Santarcangelo di Romagna

sant arcangelo


Numero di abitanti : 17.168
Altezza sul mare : m 42
Distanza da Riccione : km 19
Frazioni : Canonica Montalbano, San Martino dei Mulini, San Michele, Sant’Agata, Santa Giustina (parte).

La storia del comune

Santarcangelo di Romagna nei tempi romani era denominato “Pagus Acervolanus” o “Acervolanus”. Qui si rifugiarono i primi cristiani perseguitati e, forse, nelle amletiche, antiche grotte tufacee.
Comunque, la prima notizia storica su Santarcangelo di Romagna si trova nel Codice Bavaro che cita un “pagus” e la pieve fatta costruire nel secolo X forse sulle fondamenta di un tempio preesistente
La città fu poi soggetta ai vescovi di Ravenna e di Rimini e nell’XI secolo venne fortificata. La rocca ne è testimonianza ancora tangibile.
A cavallo del 1300 si succedette il dominio cesenate con quello riminese e nel 1390 la città fu espugnata da Giovanni Sforza.
I Malatesti vi regnarono fino al 1462 quando venne conquistata con un terribile sacco dalle truppe comandate da Federico di Montefeltro. Precedentemente la torre della rocca venne dimezzata. Dal 1503 al 1505, godendo di particolari esenzioni di tributi, Santarcangelo di Romagna fu governata dai veneziani.
Dopo essere passata alla famiglia Zampeschi, la città tornò ai vescovi che qui ebbero sede con competenza anche su parte del territorio riminese fino a San Marino.
La città trovò vigore e splendore nel ‘700 quando in particolare venne eletto papa Lorenzo Ganganelli, nato a Santarcangelo che passò alla storia, con il nome di Clemente XIV, per aver soppresso la Compagnia di Gesù. A lui venne dedicato l’arco trionfale ad opera di Cosimo Morelli, che disegnò anche l’antistante piazza.
Dal 1863 Santarcangelo di Romagna si fregia del titolo di città. Vi sono nati, tra gli altri, il pittore Guido Cagnacci, il poeta Tonino Guerra, l’attore Paolo Carlini e vi dimorò per lungo tempo lo storico Gioacchino Volpe.

Le principali attrattive

Santarcangelo di Romagna offre al visitatore curiosità e testimonianze storiche. Il monumento più visitato e certamente non del tutto catalogato, sono le grotte scavate nel tufo del colle Jovis che traforano il centro storico. Basilichette rupestri intitolate al dio Mitra? Cantine per vini? Catacombe? Di certo c’è che le grotte di Santarcangelo sono uniche e di rara bellezza architettonica.
Accanto alle grotte si erge la bella chiesa collegiatacostruita nel ‘700. Qui sono conservati un crocifisso di scuola giottesca e un polittico di Iacobello da Bonomo datato 1385 con i dipinti del Longhi e del Cagnacci.
Da visitare tutto il centro storico sul colle, con le sue strette vie dette “contrade”. La torre dell’orologio o Campanone, dell’800, è testimonianza del simbolo laico della città.
Poco lontano è la rocca Malatestiana , dove la leggenda vuole che si consumasse la vicenda di Paolo e Francesca. Al suo interno, ampie sale con mobili d’epoca sapientemente utilizzate dalla proprietà, i principi Colonna, per convegni letterari. Dalla torre si domina poi un panorama unico.
A ovest della città è la Pieve preromanica, restaurata nel dopoguerra dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso, così come la bella Celletta Zampeschi del 1400.
Nella città nuova, nata attorno alla piazza Ganganelli, ci sono il palazzo del municipio , la chiesa del Suffragio , la biblioteca che ospita il fondo Baldini e Volpe e i bei portici Torlonia . Da poco tempo è stato aperto il museo etnografico in via Montevecchi, dove sono raccolte le testimonianze della vita di campagna dell’800 e primi ‘900. Qui è custodito a fondo fotografico De’ Girolami.
Fra le tante curiosità, oltre alla “tomba” di San Martino dei Mulini, a 6 km dal centro cittadino, una casa colonica fortificata del 1300, c’è
l’ antica Bottega del Mangano dove vengono stampate le tele a ruggine. In via Verdi si affacciano la bottega di Alfonso Giorgetti, fabbro-artista e di Federico Moroni, pittore di fama internazionale.
Santarcangelo, comunque, resta meta preferita per la buona cucina con i suoi ristoranti-trattorie e per la sagra autunnale dedicata ai cornuti.